Aurelio, Francesca e Stefano Trubia

Ciascuno di voi si presenti velocemente

AURELIO: 60 anni, laurea in Giurisprudenza, imprenditore, founder de La Casa del Grecale, Villa Verdiana, Opificium. Precedentemente imprenditore immobiliare e finanziario nel milanese.

FRANCESCA: 25 anni, diploma liceo classico, laureanda in Giurisprudenza, reparto marketing e comunicazione presso La Casa del Grecale, Villa Verdiana e Opificium. Sto per inaugurare il mio e-commerce di eccellenze siciliane, sulla scia dell’esperienza acquisita nelle nostre strutture.

STEFANO: 23 anni, diploma liceo classico, frequento Giurisprudenza, mi occupo del marketing e costumer care per La Casa del Grecale, Villa Verdiana, Opificium e Madisì.

Aurelio Trubia nato in Sicilia si sposta a Milano per iscriversi in giurisprudenza ma dopo venti anni ritorna nuovamente in terra natìa per occuparsi in modo diverso di accoglienza e ristorazione. Quando è avvenuto tutto questo? E con quale obiettivo in particolare?

Il punto di svolta avviene nella seconda metà degli anni Novanta, quando, ispirato dal grande amore per la Sicilia, decisi di misurarmi imprenditorialmente con un nuovo progetto cucito addosso sulle caratteristiche peculiari della amata Isola. La sua depressa economia, notevolmente diversa da quella lombarda, prevedeva un approccio pragmatico e scientifico, scevro di tutte quelle sovrastrutture ideologiche e folcloristiche che, di norma, banalizzano le potenzialità dell’immenso patrimonio storico e culturale siciliano. In particolare, l’idea nacque dal convincimento che la Sicilia fosse il contesto perfetto per il settore degli Eventi, sia per l’enorme spinta sociologica e tradizionale, che si traduce in una consolidata disponibilità ad affrontare importanti investimenti da parte delle famiglie degli Sposi, sia per le peculiari caratteristiche climatiche ed ambientali che consentono di estendere per parecchi mesi all’anno la possibilità di eseguire ricevimenti all’aperto. L’attenzione si concentrò sull’obiettivo di sconvolgere i comuni canoni che ruotavano attorno al mondo dell’accoglienza, in cui mancava una visione imprenditoriale e il concetto di azienda mal si conciliava con la ristorazione. Bellezza, etica e soddisfazione del cliente, combinate a precisi obiettivi economici, completarono la mia visione. La Casa del Grecale fu una vera rivoluzione, un nuovo modo di concepire l’Evento, in particolare quello nuziale.

La Casa del Grecale, ad Acireale, ha inaugurato un nuovo concept nel settore dei Ricevimenti e degli Eventi. Dottore Trubia ce lo spiega meglio?

Con La Casa del Grecale, ho dato importanza a concetti dimenticati e sottovalutati per il pubblico che si affacciava al nuovo millennio. Celebrare la Sicilia ed i suoi prodotti era considerato addirittura “volgare” 21 anni fa, e allora, forte della mia formazione personale, iniziai a divulgare il valore dei miti antichi, della Magna Grecia, ma anche della Belle Epòque e ancora dei presidi Slow Food (condividendo da sempre il progetto di Carlo Petrini), credendo con ardore che i siciliani così sarebbero andati oltre al carretto, alla coppola o alla parmigiana. E’ iniziato allora un meraviglioso percorso che mi ha consentito di parlare di questi valori davanti a platee accademiche (Aula Magna Università di Catania), di rendere le mie strutture aule di lectiones magistralis, con l’obiettivo di parlare di cerimoniale e accoglienza siciliana. Ci vantiamo infatti della clientela che ci dà il privilegio di sceglierci. Abbiamo la clientela più colta ed esigente della costa jonica, che sa cosa vuole e che non ammette errori. Non potremmo sentirci più onorati.

Stefano e Francesca, crescendo, sentivate dentro che quello creato da vostro padre sarebbe stato un giorno anche il mondo vostro, della vostra professione?

Francesca: non è sempre stato facile, inutile negarlo. L’impresa si scontra con la famiglia e le caratteristiche personali di ognuno di noi. A quasi 26 anni, però, sono felice di essere parte di un settore tanto stimolante ed in costante fermento. Siamo cresciuti in un contesto che non ci ha mai fatto sconti e che ci porta ad essere investiti da grandi responsabilità. Ho acquisito una grande consapevolezza del progetto nato con mio padre e con grande forza lo porto avanti e lo faccio mio. Il mio obiettivo è quello di portare avanti tutte le conoscenze che continuo ad acquisire, per trasformarlo in senso internazionale. Sto pensando di travalicare i confini nostrani per far conoscere la Sicilia anche in altri contesti.

Stefano: la percezione di quello che si ha pian piano che si cresce si scontra con proprie esigenze personali, sempre stati due grandi fattori che dovevano emergere, una cosa che sicuramente è riuscita a farle conciliare è stato intervenire nella realtà aziendale non da semplice esecutore, ma improntando il proprio stile dedicandosi in settori che più si conciliano con la mia personalità. La vendita è stato il mio amore, mi sono realizzato seguendo il mio sentire personale sfruttando al contempo gli strumenti che già avevo a disposizione.

Aurelio Trubia. Ad un certo punto a La Casa del Grecale si affianca Villa Verdiana. Da Acireale alle pendici dell’Etna. Quale il “concept” di questa nuova avventura?

Non avrei potuto non farlo. Il grande apprezzamento per La Casa del Grecale mi ha dato la forza di ampliare il progetto dell’accoglienza in Sicilia. Villa Verdiana è di straordinaria bellezza, e così se da un lato con il Grecale abbiamo il mare, stavolta avevo un meraviglioso spazio che si affacciava sul Vulcano più noto del mondo. Con Verdiana ho avuto la possibilità di sperimentare un altro modo di intendere i trattenimenti nuziali, maturando l’esperienza di quasi 15 anni con La Casa del Grecale. Sognavo grandi spazi, una natura generosa che lasciasse senza parole, per soddisfare le esigenze di un mercato propenso ad alcuni elementi funzionali ed estetici ritenuti fondamentali nell’ambito di un ricevimento nuziale. Grandi estensioni di prato verdissimo, palmizi, piscina, cascata, light design.

Ed arriviamo ad Opificium, uno spazio più innovativo. Quale il concept (Aurelio)? Sembra che l’avvio di questa nuova attività imprenditoriale abbia operato un maggiore allineamento professionale tra Aurelio, Stefano e Francesca. E’ corretta questa assunzione?

Aurelio: Opificium è il frutto della mia visionarietà. Ferro, legno e verticalità sono i segni distintivi della nuova creatura. E’ stata una bella sfida e, anche questa volta, ho voluto provocare il mercato portandolo in una dimensione nuova, dalla veste internazionale, con un concept industrial chic di grande effetto evocativo. Arredi, luci, forme, soluzioni nuove contribuiscono di concerto ad un risultato di forte coinvolgimento emotivo. Ebbene questa “visione” di Opificium è stata amata ed accolta in modo sorprendente. Non si sbaglia caro Prof. nel dire che si è compiuto un allineamento. I miei figli hanno partecipato alle decisioni stilistiche e strutturali del nuovo locale, infatti ogni ricevimento viene eseguito con tanto entusiasmo, Opificium è una nostra estensione.

Francesca: con l’introduzione della formula Hedonè, il nostro nuovo laboratorio di Food design di qualità superiore che si occupa esclusivamente dei buffet, e questa ventata di novità, ci divertiamo e la fatica quasi non si sente. E’ una festa nella festa, un protocollo ben collaudato che ci permette di affrontare con serenità e gioia l’esecuzione degli eventi. Ancora prima che il locale vedesse la luce, abbiamo parlato tanto, avevamo tutti l’esigenza di spazi nuovi che superassero l’idea della classica villa per ricevimenti. Opificium è il luogo in cui si crea, è stato emozionante vedere nascere dal nulla dei diorami così nuovi, così particolari. Tutto è stato concepito secondo canoni di bellezza innovativi, con arredi di design che troviamo esposti nei più grandi musei del mondo.

Stefano: Opificium è fuori dai canoni non solo dal punto di vista stilistico, ma anche per l’esecuzione in sé. Quando l’evento diventa un momento di comunicazione per le famiglie che ci scelgono ti rendi conto che hai introdotto non solo una novità, ma è lo stesso Evento che ha cambiato pelle. In poco tempo, il locale è diventato punto di riferimento per i catanesi, a cui va un grande plauso, perchè dimostrano di essere sempre formati, attenti alle novità ed entusiasti per il cambiamento.

L’ecosistema Trubia non si ferma qui. Ci sono pure il progetto Madisì e l’ultima iniziativa di e-commerce nata in tempo di pandemia. Ce ne volete parlare? Anche in questo caso, Stefano e Francesca si sono ritrovati di più in questa attività che in quelle più tradizionali di catering?

Madisì (Matrimonio di Sicilia.com) e il nascituro e-commerce (di cui a breve comunicheremo il nome) hanno dato il via ad un nuovo percorso. Madisì è stato per lungo tempo sotto la direzione di Stefano, che ha condotto un team di professionisti, tra web designer, architetti e marketing strategist, per creare una community tutta siciliana, in cui celebrare le eccellenze del comparto matrimonio. Il portale è sponsor della più grande fiera degli sposi, SPOSAMI a cura di Barbara Mirabella, ed ha l’ambizione di diventare riferimento del settore in tutta la Sicilia. Francesca da fine 2020 sta lavorando al suo nuovo progetto con l’obiettivo di continuare a celebrare l’amore per i prodotti più genuini di Sicilia, rispettosi della filiera, in veste totalmente digitale. Non sarà un semplice food e-commerce, ma una guida alla scoperta di aziende già solide ed aziende che si affacciano al mondo della produzione alimentare. Tra packaging e concept, ne vedrete delle belle! Sicuramente queste nuove esperienze non escludono la continuazione nel mondo dei ricevimenti, anzi. Proprio grazie agli eventi veniamo in contatto con professionisti, con canali di conoscenza sempre nuovi che ci permettono di sviluppare i nuovi progetti su cui stiamo lavorando.  

Il tempo di pandemia ha messo in ginocchio tutto il comparto degli eventi, della ristorazione e del turismo in generale senza risparmiare nessuno. I Trubia come hanno reagito? Cosa prevedono per il prossimo futuro?

Il Coronavirus è stato l’incubo di ogni imprenditore, una situazione talmente inaspettata che mai avremmo potuto immaginare. Subito dopo un sano shock iniziale, abbiamo fatto di necessità virtù per sfruttare questo momento di “pausa” al meglio delle nostre capacità. Indubbiamente è una fase che non durerà per sempre, pertanto tra il disperarsi rimpiangendo il mondo covid-free o reagire per tenere salde le aziende, abbiamo preferito la seconda strada. Ci siamo concentrati a migliorare tutte le varie fasi dei ricevimenti, facendo tanta sperimentazione che ha portato l’introduzione di nuove ricette, idee innovative per i buffet, pensando addirittura di sovvertire ancora una volte le regole del ricevimento elaborando un nuovo impianto di evento, totalmente in show cooking. Al contempo abbiamo concepito altre strade nel settore Food, coniugandole con i più recenti modelli di impresa digitale, tra cui il nuovo progetto dell’e-commerce dato che in oltre vent’anni abbiamo avuto la fortuna di conoscere i prodotti ed i produttori più interessanti della Sicilia. Insomma, ci stiamo solo preparando con più calma alle prossime stagioni, con tante novità. La Casa del Grecale, Villa Verdiana e Opificium diventeranno ancora più belle, ancora più colte, ancora più seducenti.

Stefano e Francesca, la svolta social delle attività imprenditoriali della famiglia Trubia si deve alla vostra generazione? O pensate che Aurelio si sarebbe ugualmente lanciato in questo campo della comunicazione anche senza il vostro aiuto?

Non c’è dubbio sul fatto che nostro padre sia un imprenditore dalle larghe vedute. Ha sempre visto di buon occhio le innovazioni tecnologiche e i nuovi strumenti di comunicazione, integrandoli come efficaci strumenti nelle nostre aziende, pertanto sicuramente avrebbe comunque comunicato in tal senso. La gestione delle pagine social delle strutture è affidata a noi, l’abbiamo concepita in modo tale che possa ben conciliarsi con i gusti degli sposi. Ci affidiamo naturalmente agli hashtag, alle campagne sponsorizzate mirate ai nostri target, mantenendo però lo storytelling. Ci raccontiamo attraverso ogni post, facciamo presenti tutte le novità della stagione e quotidianamente dedichiamo immagini, video e storie per i nostri ospiti nelle strutture. Sarebbe inconcepibile fare il contrario. Per noi millennials, la condivisione è il nostro pane quotidiano, è quasi naturale per noi mostrare al mondo chi siamo e cosa facciamo. E’ inoltre lo strumento migliore per stare accanto ai nostri interlocutori, ci facciamo sentire vicini ai loro pensieri e ai loro dubbi, così da creare un canale di comunicazione diretto ed immediato, fornendo informazioni rapidamente, ancora prima della visita in struttura. Senza nulla togliere a papà, siamo un po’ più smart nell’utilizzo del telefono, ci concediamo questa battuta di spirito.

Stefano e Francesca, siete un esempio di start up dentro un family business se possiamo usare queste espressioni anglosassoni. E’ un modello valido anche per altre tipologie di imprese a conduzione familiare dove ognuno può ritagliarsi il proprio spazio nello stesso perimetro di attività imprenditoriali originate dal fondatore?

Essere figli di un imprenditore del calibro di nostro padre è una cosa seria. Stefano ed io, abbiamo un modello imprenditoriale particolarmente caparbio e vincente ed il fatto che sia anche nostro padre influenza senza dubbio e per fortuna la nostra formazione ed evoluzione futura. Ha sempre spinto affinchè noi rimanessimo autentici, dandoci la possibilità di capire quali fossero i nostri punti di forza per metterli a frutto dentro le aziende. Siamo fortunati, abbiamo un mentore che non ci ha mai fatto sconti, che è sempre stato onesto per farci capire dai nostri errori. Sono importanti lezioni che ci insegnano a portare avanti tutto quello che ha costruito e costruirà, di ampliare gli orizzonti e traghettare così alla seconda generazione di questa bella storia imprenditoriale. In questo caso non esiste una scienza esatta, ma senza dubbio crescere con valori come la dedizione al lavoro, il sacrificio a fronte di un obiettivo ed il rispetto di chi ti affida la sua fiducia è un valido modello. Sono concetti sani che si affiancano alla comprensione del mercato, di strategie economico-finanziarie, naturalmente elementi indispensabili per fare impresa. Allo stesso tempo, abbiamo la fortuna di poter essere fedeli a noi stessi, ma avendo ben chiare le esigenze drammaticamente pressanti dell’essere imprenditori.

Ultima domanda. La mamma per Stefano e Francesca, la moglie per Aurelio. Al di là di eventuali ruoli operativi nelle aziende, qual è il ruolo della signora Veronica in questa visione delle attività imprenditoriali dei Trubia?

Veronica ha sempre avuto un ruolo di riguardo nella storia imprenditoriale della nostra famiglia. Elegante, innamorata della Sicilia pur non essendo siciliana, dalla grande capacità estetica. Da sempre ha mostrato supporto e grande condivisione dei progetti della famiglia, per non parlare del fatto che è sempre in prima linea, curando personalmente la bellezza dei buffet, conquistando un ruolo molto importante riconosciuto da tutta la clientela, è la padrona di casa. Pur risultando meno visibile, per la sua natura estremamente riservata, Veronica ricopre una funzione di fondamentale importanza, ad iniziare dalla direzione delle cucine e della brigata, degli acquisti delle materie prime per le quali nutre autentica venerazione. E’ sempre alla ricerca di novità, grazie alla sua passione per stoffe e tessuti, che vestono le tavole delle tre strutture. Come se non bastasse, ha il suo bel da fare ogni giorno nel ruolo di moglie e madre e questo senza dubbio è il compito più estenuante e difficile, date le personalità eccentriche del marito e dei figli. Per cui, grazie mamma.

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