Erica Todaro

Erica Todaro si presenti (età, titolo di studio, occupazione attuale o in divenire, qualche hobby)

Sono Erica Todaro, 23 anni, laureanda in Direzione Aziendale e attualmente community manager a isola Catania, un nuovo hub di innovazione appena nato nel cuore di Catania. Amore infinito, e immotivato, per le scimmie e il cioccolato.
#Addictedtoplanning! Mi piace valorizzare i luoghi e i momenti che ritengo importanti. I miei amici mi definiscono “specializzata in express tour”. Amo far visitare i luoghi in cui vivo a chi ha voglia di conoscerli e organizzare eventi, di ogni tipo!

Presidentessa di Youth Hub, da quando?  E con quale spirito ha accettato di assolvere a questo mandato?

Presidentessa di Youth Hub da gennaio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia. L’anno precedente sono stata vicepresidente dell’associazione. La presidenza è stata per me, più che un traguardo, un percorso. Ho conosciuto l’associazione nel 2016, qualche settimana prima di iniziare la mia carriera universitaria, fu “amore a prima vista”.

E, come ogni amore degno di questo nome, ho sentito più volte battere forte il cuore: molte volte per l’ansia di dovermi presentare a un pubblico di sconosciuti durante gli eventi. (ero mooolto timida, ma non demordevo) e per i task, le deadline e tutte le public relations. Ma, una prova dopo l’altra, è emersa una parte di Erica che per me era sconosciuta.

Quando ho deciso di candidarmi, ad essere sincera, sentivo sentimenti contrastanti: fatti da un lato da incertezze per l’incognito legato al ruolo che avrei ricoperto, (nessuno ti insegna come essere presidente, non è scritto in nessun manuale o spiegato in nessun video corso), ma dall’altro lato sentivo la certezza che avrei messo anima e corpo per fare del mio meglio.

Così ho deciso di lanciarmi in questa nuova sfida, uscendo ancora una volta dalla mia comfort zone. Il mio obiettivo è sempre stato quello di trasmettere quel giusto entusiasmo necessario alla realizzazione dei propri progetti, a tutti giovani aspiranti imprenditori e non solo.
Abbiamo la “fortuna” di vivere in un ecosistema in fermento, con molte opportunità, se solo si vogliono guardare.

Credo molto nel valore del territorio e dei giovani talenti di cui il nostro territorio è pieno, ed è questo lo spirito con cui insieme a YH organizziamo le nostre attività: creare opportunità di crescita, connettere le persone, contaminarli di entusiasmo e voglia di fare.

Chi la collabora nel team di governo dell’associazione?

Il direttivo è composto oltre che da me come presidente, da Giuseppe Inserra nel ruolo di vicepresidente-segretario, Anna Cacopardo nel ruolo di tesoriere e poi, anche se non in carica istituzionale, Andrea Marino, il nostro responsabile comunicazione.
Siamo 4 ragazzi con personalità molto diverse: c’è chi è più impulsivo, chi più razionale, chi attenziona principalmente alcune tematiche e chi altre, tuttavia riusciamo a compensarci e integrarci in una combo perfetta!
Il team di Youth Hub è comunque molto più ampio: Guido, Andrea, Monica, Fabio, Emanuela, Ileana, e molti altri che vanno a comporre la community, e non si tirano indietro di fronte a nuove sfide. Sono ragazzi che sperimentano e si sperimentano in nuovi task, ma soprattutto sono il sorriso dell’associazione. Per noi è fondamentale che ci sia il divertimento ad accompagnare tutto ciò!
E poi ci sono tutti i nostri supporter, soci, ex membri attivi e tutti i partner, startup, community fino a realtà istituzionali!

Cosa fa esattamente Youth Hub? C’è un modo per definire l’associazione?

Un modo? Uno nessuno e centomila!

In realtà mi è difficile definire Youth Hub in poche righe, e soprattutto definire chi è YH.

Nella sua definizione più formale è ‘associazione no-profit studentesca, che ha come obiettivo quello di creare un ponte tra studenti ed il mondo startup, educandoli alla cultura d’impresa e sostenendoli nella fase iniziale di avvio della stessa.’

Ma questa definizione ci sta stretta. Preferiamo definirci come community in quanto sono le persone che compongono l’associazione, il vero cuore pulsante, a dare un’identità e a definire cosa facciamo.

Il nostro modo di promuovere lo spirito imprenditoriale consiste principalmente nell’organizzare eventi verticali su tematiche imprenditoriali, speech, workshop pratici e momenti di networking con l’obiettivo di fornire il kit necessario per abilitare gli aspiranti startupper a muovere i primi passi nel mondo delle startup.

Lei non è imprenditrice, ma Youth Hub promuove l’imprenditorialità dal basso, proprio partendo dalle idee che possono diventare impresa. In che modo lo fate?

Lo facciamo in diversi modi. Sicuramente uno dei filoni principali consiste negli eventi informativi che organizziamo per fornire pillole informative ad ogni aspirante startupper.

Ma questo non è l’unico modo, organizziamo workshop tematici e startup competiton, anche insieme ai nostri partner, il tutto con l’obiettivo di stimolare la nascita di nuove idee di business e creare opportunità di crescita individuali e per l’intero ecosistema. Inoltre, da un paio d’anni abbiamo avviato il “Tour unict” con l’obiettivo di farci conoscere in modo più diretto dagli studenti universitari e mostrare loro tutte le opportunità di crescita (anche se ultimamente ci stiamo muovendo per estendere il tour nelle scuole superiori)

“Il modo più importante per imparare è mettersi in gioco”, per questo definiamo YH una palestra per le competenze.

Learning by doing e growth by networking sono le radici su cui Youth Hub pone le basi per la crescita personale e professionale dell’intera community.

Quali sono le iniziative di punta che avete realizzato durante il suo mandato?

Oltre al “Tour unict” citato prima durante il mio mandato abbiamo ripreso il format “Appidee”, per svariati motivi, messo da parte da qualche anno. Consiste in un appuntamento delle idee in cui ogni aspirante startupper ha la possibilità di presentare la propria idea in un pitch di 3 minuti davanti ad un pubblico di esperti e ricevere feedback sinceri, è il format con cui YH è nata.
Nuova introduzione sono stati gli “Special meeting”, eventi solo per i soci, verticali su tematiche del mondo digital:“creazione e analisi dei dati di una landing page”, “come creare campagne su Google ads” “strategie di lead generation e funnel” sono alcune delle tematiche affrontate. Il nuovo format è nato con l’idea di eliminare la distanza venutasi a creare con gli eventi online fra platea di partecipanti e speaker: i posti sono limitati proprio per dar maggiore spazio ai soci per interagire e personalizzare l’incontro ad hoc sulle proprie esigenze.

Altra iniziativa, al momento per ovvie ragioni in standby, è “l’Innovation tour” che speriamo di poter avviare molto presto, per far conoscere i centri di innovazione del sud alla nostra community. Da poco abbiamo inoltre attivato una collaborazione con l’università statale di Milano. È ancora un’iniziativa in fase di progettazione, ma..stay tuned!

L’associazione ha da poco festeggiato i 10 anni. Chi sono stati i presidenti? E in dieci anni in che modo è cambiata?

Youth Hub Catania è nata nel 2011 da un’idea di Mario Scuderi, che, appena tornato da un’esperienza illuminante in Danimarca, ha deciso di fondare un’associazione senza scopi politici, ma con l’unico obiettivo di mettere in rete persone diverse con competenze diverse, con l’interesse comune per la tecnologia e per le start-up.

Negli anni l’associazione si è evoluta, arricchendosi delle esperienze e delle idee di tutti i board che si sono susseguiti. I presidenti, dopo Mario, sono stati Francesco Marino, Tamara Manuele, Giuseppe Coppola, Angela Gugliotta ed per ultima io.

Dalla piccola associazione che incontrava giovani con idee imprenditoriali nel “famoso” garage del founder (richiamando il modello della Silicon Valley) è oggi un’associazione che è cresciuta non solo nel numero di soci coinvolti, e di startup che ha visto nascere, ma qualitativamente con le iniziative che ha portato avanti.
Startup weekend, il format promosso da techstars; seminari universitari a tema imprenditoriale in cui l’associazione è stata coinvolta attivamente, collaborazioni con il contamination lab di Catania, per citarne alcune.
Inoltre YH ha partecipato nell’organizzazione di workshop all’interno di eventi di calibro nazionale come Italia Campus Party e molto altro (non è facile riassumere 10 anni di attività in poche righe!).
Ad ogni modo, l’associazione non ha mai avuto una sede fissa, e ha svolto le proprie attività principalmente in spazi come quelli di TIMWCAP, Vulcanìc e coworking in senso lato, ma anche negli spazi universitari.

Youth Hub è un attore importante dell’ecosistema territoriale delle start up e dell’innovazione. In che modo collaborate con gli altri attori?

Una frase che mi piace molto per esprimere il modo con cui ci approcciamo alle collaborazioni in YH è “ascolta prima di parlare”. La mancanza di dialogo spesso è la causa che blocca lo sviluppo di una rete vincente. Siamo aperti alla conoscenza e alle proposte degli altri attori dell’ecosistema, Spesso ci è stato chiesto di organizzare eventi o workshop sulle tematiche in focus di YH e noi lo abbiamo sempre fatto con molto piacere. È in queste occasioni che si creano connessioni che portano, spesso, a collaborazioni durature nel tempo.

Fra questi attori c’è l’Università? In che modo collaborate con l’Ateneo?

L’Università, in particolare nella figura di alcuni docenti, è da moltissimi anni supporter di Youth Hub, svolge un ruolo fondamentale nel portare YH nelle aule universitarie. Nel nostro “Tour unict” abbiamo trovato molta disponibilità da parte dei professori, non solo da parte di chi ci supportava già da tempo ma anche da chi era curioso di conoscerci, e per questo ringraziamo i Prof. Faraci Romano, Galvagno e Garraffo per aver facilitato queste collaborazioni.
Abbiamo partecipato come giuria alla startup competition organizzata dal prof. Faraci all’interno del suo corso di “economia e gestione delle imprese” è stato un bel momento, che ci ha permesso non solo di conoscere giovani pieni di nuove idee imprenditoriali, ma anche di creare networking con altre realtà imprenditoriali presenti.

Professori come quelli con cui YH ha avuto il piacere di collaborare, permettono ogni giorno di creare delle relazioni e ponti fra il mondo dello studio e quello del lavoro e, a mio avviso, l’università di Catania sta facendo un ottimo lavoro da questo punto di vista.
Ne è esempio il contamination lab, iniziativa promossa da Unict, che ha diverse volte coinvolto l’associazione in questo bellissimo progetto di contaminazione e percorso imprenditoriale!

Programmi futuri dell’associazione?

Le idee sono tante, ma il progetto a cui stiamo lavorando attualmente è l’eliminazione delle barriere territoriali che circoscrivono YH solo a Catania. E poi, come detto prima, “l’Innovation tour” è in programma e non vediamo l’ora di poterlo attuare!
Sicuramente avete messo in conto che molte idee di quelle che partecipano ai vostri appuntamenti poi non decollano o si fermano prima di diventare start up. Secondo lei perchè?

Siamo ben consapevoli del fatto che molte idee di startup non decollano subito o alcune di esse non sono proprio destinate a decollare.

Questo secondo me dipende da diversi fattori. Prima di pensare a investitori, mercato e competitors è fondamentale che ci sia il giusto mindset. così da far decollare l’idea giusta al momento giusto.
L’ingrediente fondamentale per il successo di una business idea non è solo il timing, ma anche e sottolineo ‘soprattutto’ il team che porta avanti l’idea.
Questo deve essere “committato”, coeso verso un’unica vision. I motivi del fallimento di una startup sono molti, ma la maggior parte a mio avviso possono essere superati se vi è il team giusto
Nel corso di questi anni, ho visto durante startup competition molti team costruiti in poco tempo (spesso dettato dalle tempistiche delle competition stessa). Molti di loro non hanno proseguito con l’idea e il team di partenza, ma da iniziative come quelle si sono create relazioni da cui sono nati nuovi progetti e nuovi team che oggi si sono trasformati in startup di successo!

Che consiglio si sentirebbe di dare ad una ragazza come lei che volesse pensare di fare impresa ma non come second best proprio come attività principale del proprio lavoro?

Le suggerirei di ricercare la vera motivazione, leva trainante per portare avanti il proprio business. Potranno cambiare le condizioni di mercato, le declinazioni del proprio prodotto/servizio o il modello di business, ma la vision per cui si porta avanti la propria idea sta alla base.
C’è una frase che mi piace molto e in cui rivedo il senso del mio percorso fatto in questi anni:

“la paura è il primo ingrediente chimico dell’entusiasmo. Tutto ciò che oggi ti entusiasma, una volta ti spaventava. E ciò che oggi ti spaventa (se viene affrontato) domani ti entusiasmerà”.
Dunque il mio consiglio è quello di crederci, provarci, mantenere attiva la fiamma dell’entusiasmo, circondarsi di persone creative, con la stessa voglia di fare e frequentare ambienti stimolanti. Il tutto, però, accompagnato da una buona dose di organizzazione: “Pianifica – ottimizza – crea”.

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