
– Nando Pappalardo presentati velocemente (età, attività lavorativa attuale, pregressa, hobby)
Ho 47 anni appena compiuti, attualmente sono il CEO di YITH, una societá che ho fondato nel 2011. Fino all’etá di 28 anni facevo il pescivendolo nella pescheria che avevo realizzato insieme a mio padre, ma quello non era il lavoro che volevo fare, cosí dal 2002 mi sono dedicato con anima e corpo al mondo digitale, settore per cui provavo una grandissima passione. Amo tantissimo leggere, il cinema, viaggiare e tutto ció che ha a che fare con la strategia.
– Puoi essere considerato uno dei pionieri della digital economy. Quando hai incominciato ad occuparti di queste tematiche e con quali iniziative imprenditoriali?
La mia prima iniziativa imprenditoriale è datata 2007 come avvio ufficiale dell’attivitá ma il progetto è stato sviluppato tra il 2004 e il 2005. Insieme ad un altro socio abbiamo richiesto un piccolo finanziamento a Sviluppo Italia (oggi Invitalia) che ci ha fornito un capitale di 40mila euro di cui il 50% a fondo perduto e il restante 50% da restituire a condizioni agevolate in 5 anni. Cosí è nata Edi Group, la cui mission era lo sviluppo e la cura della presenza digitale per le aziende del territorio siciliano. Il primo e-commerce che abbiamo realizzato fu proprio nel 2007, si trattava di un vivaio di piante di un paesino etneo.
– Ci sono state altre avventure imprenditoriali dopo gli inizi con Edi Group?
Dopo l’esperienza di Edi Group ci sono state alcune attivitá che hanno contribuito ad aggiungere competenze “imprenditoriali” al mio background nonostante non fossero iniziative prettamente imprenditoriali. Nel 2009 per esempio, insieme alla mia attuale compagna, Sara, ho realizzato un blog sul web design che nel giro di pochissimi mesi è diventato un vero e proprio punto di riferimento del settore in Italia: Your Inspiration Web, un blog multiautore dove ho avuto il piacere e l’onore di coordinare oltre 30 web designer tra i piú bravi in Italia in quel periodo. Questo ci ha permesso di prendere molta visibilitá in campo prima nazionale e successivamente anche internazionale. Inoltre sempre nello stesso periodo ho realizzato una rivista digitale dedicata sempre al settore web design dove coordinavo circa 40 collaboratori che prestavano il loro contributo al progetto in modo del tutto gratuito.
– Hai mai fruito di programmi di mentoring, di incubazione o di accelerazione per supportare la crescita delle tue start up?
Purtroppo no. Nel momento in cui ho iniziato le mie prime attivitá imprenditoriali non conoscevo questo mondo e le varie strutture di supporto che erano presenti sul nostro territorio.
Quando ho creato YITH, avevo un background prettamente tecnico, ero uno sviluppatore, per cui i limiti sono emersi quasi subito. Nel momento in cui ho iniziato a vedere i miei limiti – soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione aziendale e nella quasi totale incapacitá di delegare – mi sono reso conto che questi frenavano la crescita della mia azienda. Così ho ritenuto opportuno colmare le lacune ricorrendo subito a delle consulenze esterne. Ho investito circa 50 mila euro per ristrutturare e riorganizzare la mia azienda in un percorso durato poco piú di due anni in cui abbiamo stravolto tutto. Ho scelto di applicare un nuovo sistema organizzativo di tipo flat, chiamato Holacracy, che stravolgeva completamente i metodi organizzativi classici. Via la tradizionale gerarchia per sostituirla con un sistema ad autoritá distribuita. Niente piú capi, niente piú subordinati. Un cambio di paradigma molto importante anche per tutti i dipendenti dell’azienda e che ci ha permesso di rispondere con grande flessibilitá e velocitá ai sempre piú repentini cambiamenti del mercato.
– Ad un certo punto della tua storia imprenditoriale, nasce un interesse verso tutto ciò che ruota intorno a WordPress. Come mai? Hai avuto una formale collaborazione con la piattaforma software di blog e content management system?
Sono stati i numeri a spingermi a lavorare in questa nicchia di mercato. Io avevo iniziato a sviluppare per WordPress giá nel 2009 (quasi per gioco), mentre ero ancora in Edi Group. La facilitá con cui si poteva estendere WordPress (aggiungendo funzionalitá con quelli che vengono chiamati “plugin”), la qualitá con cui era scritto il codice sorgente e la facilitá di utilizzo mi fecero comprendere che c’era un potenziale enorme.
Nel 2011 WordPress rappresentava già il 13,1% dei siti web al mondo. Da amante della matematica, per me i numeri parlavano chiaro. Cosí mi resi conto che se avessi realizzato qualcosa di interessante per questa piattaforma avrei avuto la possibilità di arrivare a milioni di persone. Il resto è storia, oggi WordPress è la piattaforma piú utilizzata in assoluto su tutta internet, l’ultima statistica aggiornata ad inizio 2021 indica il 39,7% come quota di siti web realizzati con questa piattaforma.
– Cosa fa YITH, la società che capo alla tua persona? Ci spieghi meglio questo business di nicchia, cioè WooCommerce?
WooCommerce è un’estensione (plugin) gratuita in grado di trasformare WordPress in un vero e proprio e-commerce. E attualmente è la piattaforma di e-commerce piú utilizzata sul web. Sul primo milione di siti e-commerce per traffico, oggi WooCommerce vanta il 30% del mercato. Trattandosi di un prodotto gratuito ha delle funzionalitá molto basilari che possono essere estese con l’aggiunta di plugin, lo stesso principio che ha reso WordPress cosí popolare.
Quello che facciamo in YITH è lo sviluppo di plugin per WooCommerce in grado di aggiungere ulteriori funzionalitá all’e-commerce. Sviluppiamo questi plugin e li vendiamo in tutto il mondo. I nostri principali clienti sono web agency, freelance, sviluppatori che realizzano e-commerce per i loro clienti e piuttosto che sviluppare da zero una soluzione preferiscono comprare una soluzione giá pronta a prezzi molto economici. Per rendere piú chiaro il concetto provo a fare qualche esempio, con 149,00 euro è possibile acquistare un nostro prodotto chiamato Booking che permette di realizzare un e-commerce in perfetto stile airbnb per l’affitto di stanze o case. Oppure tramite il nostro prodotto “Membership” con 129 euro è possibile realizzare un’area riservata per una rivista o quotidiano online dove solo gli abbonati al servizio possono accedere alla lettura completa degli articoli (modello di business utilizzato da molti quotidiani italiani come La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, ecc.). Abbiamo in catalogo oltre 110 prodotti premium e quasi 60 gratuiti. Uno dei nostri prodotti gratuiti, Wishlist (la classica lista dei desideri di un e-commerce) oggi vanta oltre 800mila installazioni attive nel mondo.
– Perchè YITH in poco tempo è diventata leader mondiale nel woocommerce plugins?
Ci sono diversi fattori che hanno contribuito e ci hanno permesso di raggiungere questi risultati. Primo fra tutti il fatto di essere stati la prima azienda nel mondo a dedicarsi a questa nicchia di mercato. Noi venivamo dallo sviluppo di temi per WordPress, l’attivitá con cui nel 2011 siamo entrati nel mondo di WordPress. Sin da subito ci eravamo focalizzati e posizionati per lo sviluppo di temi per WooCommerce, perchè rispetto a WordPress c’era molta meno concorrenza e il target era molto piú propenso all’acquisto trattandosi di attivitá di business. La nicchia dei temi negli anni è diventata sempre piú competitiva ed è stato lì che ho avuto l’intuizione di abbandonarla per dedicarmi a una nuova micronicchia dove ancora non esistevano concorrenti. La lettura del libro “Strategia oceano blu: vincere senza competere” fu illuminante in quel periodo per me.
A questo fattore si è aggiunta anche la nostra cura maniacale per i dettagli, che ci spingeva a fare sempre meglio nella realizzazione dei nostri prodotti e la qualitá del supporto offerto ai nostri clienti che si differenziava molto dall’offerta disponibile nell’ecosistema WordPress. Inoltre un ulteriore punto di forza è stato quello di essere un unico autore per tutti i nostri plugin, cosa oggi quasi impossibile da trovare all’interno dell’ecosistema WordPress, questo ci ha permesso di garantire non solo la compatibilitá tra tutti i nostri plugin (uno dei principali punti deboli di WordPress tutt’oggi) ma anche di rendere disponibili funzionalitá aggiuntive per chi utilizza combinazioni di nostri plugin che sono in grado di dialogare e scambiare informazioni tra di loro.
– Perché hai deciso di localizzare a Tenerife la tua attività? Quante persone lavorano per Yith?
Non sono stato io a scegliere Tenerife, ma Tenerife a scegliere me.
Dopo la nascita dei miei figli stavamo cercando un nuovo paese in cui andare a vivere perché non volevamo farli crescere in Italia. Negli ultimi anni 40 anni abbiamo assistito impotenti alla rovina del nostro paese. Avevo provato a fare impresa in un territorio difficile e c’ero riuscito con discreto successo, ma le difficoltá erano davvero enormi. Un carico fiscale tra i piú alti d’Europa e i servizi ricevuti tra i peggiori. Solo per fare un esempio, nel Centro Uffici Eris di Acireale, dove ha sede l’azienda italiana, 14 ragazzi nel 2015 dovevano lavorare con una connessione internet con velocitá massima da 2MB. L’italia nel 2015 era fanalino di coda tra i paesi “sviluppati” per velocitá di connessione a internet, in posizione 38 tra Lettonia e Grecia. Come si puó competere in campo internazionale con queste premesse?
Nel 2013 siamo stati in vacanza a Tenerife e ce ne siamo subito innamorati. L’energia e la serenitá che si respirano su quest’isola sono incredibili, impossibile da descrivere con le parole. Inoltre ha molte caratteristiche simili alla nostra amata Sicilia, il clima, addirittura migliore, meno caldo d’estate e inverno inesistente. Poi il mare, il calore della gente, la sicurezza, uniti a una cultura cosmopolita hanno fatto il resto e l’hanno resa il posto ideale. Non abbiamo avuto dubbi.
Per YITH in questo momento lavorano 40 persone, 16 sono in Italia, i ragazzi italiani che erano con me prima del mio trasferimento, 20 sono qui a Tenerife che ho assunto in questi anni con la nuova azienda spagnola e altri 4 distribuiti in altri paesi tra Inghilterra, Germania, Olanda e Grecia. Proprio in questi giorni stiamo provando a realizzare un nuovo gruppo di lavoro anche in Argentina per cercare di coprire dei turni di lavoro in un fuso orario piú vicino a quello degli Stati Uniti che oggi è il nostro primo mercato di riferimento.
– Ci sono investitori, venture capitalists o business angels che supportano Yith?
Al momento no. Sin dal primo giorno sono stato l’unico socio e fino ad oggi sono riuscito sempre ad autofinanziarmi in quanto l’attivitá è andata benissimo sin da subito.
Quest’anno con lo scoppio della pandemia e i blocchi imposti nei vari paesi la crescita del settore e-commerce ha subito un’enorme accelerazione e YITH si è ritrovata ad essere una realtá in grado di spostare gli equilibri attuali. Questo ha spinto alcune tra le piú grandi aziende statunitensi del settore a tentare di acquisirci. A dicembre ho rifiutato un’offerta di 25 milioni di dollari. Le trattative stanno ancora proseguendo, ma non sono molto convinto su una probabile exit, anche perchè il modo di intendere il business di questi grandi colossi americani è molto distante dal mio. Le scelte piú importanti della mia vita sono sempre state prese senza lasciarmi mai condizionare dal fattore economico e anche questa volta non voglio permettere al denaro di influenzare la mia scelta.
– Segui con grande attenzione anche l’evoluzione delle start up in Sicilia. Ritieni che la nostra regione abbia le potenzialità per diventare un ecosistema dell’innovazione e delle start up?
In Sicilia abbiamo un potenziale incredibile. Viaggiando spesso in giro per il mondo e soprattutto vivendo qui a Tenerife ormai da quasi 6 anni, sono assolutamente convinto che potremmo diventare un grande punto di riferimento anche fuori dai confini nazionali. Soprattutto adesso che lo Smart Working sta diventando una realtà sempre più accettata. La nostra regione per clima, posizione, costo della vita, splendidi posti naturalistici, potrebbe attrarre il target dei Nomadi digitali che continua a crescere anno dopo anno. Ci vorrebbero anche delle politiche economiche incentivanti in grado di attirare investitori e imprenditori, piuttosto che farli scappare. Qui a Tenerife per esempio ho avuto accesso ad una agevolazione dove l’azienda paga solo il 4% di IRPEF su una base imponibile massima di 1.8 milioni, questo in cambio dell’obbligo di dover assumere almeno 5 dipendenti a tempo pieno residenti nelle Isole Canarie ed effettuare un investimento nell’attività lavorativa di almeno 100 mila euro entro i primi due anni di attività. Per ogni dipendente in più residente nelle Isole Canarie assunto, oltre i cinque obbligatori richiesti, la base imponibile su cui viene applicato il 4% cresce di ulteriori 500 mila euro. Io per esempio oggi pago il 4% su una base imponibile massima di 9,3 milioni. Si parla del risparmio di tantissimi soldi che possono essere utilizzati, soprattutto nei primi anni di vita di una start up, per scalare più velocemente. Maggiori investimenti in marketing, ricerca e sviluppo, espansione dei team di sviluppo, rafforzamento del management, ecc. E tutto questo contemporaneamente permette anche la creazione di migliaia di posti di lavoro sul territorio.
– Un consiglio che ti sentiresti di dare ad un giovane che, rimanendo in Sicilia, volesse avviare una start up.
Quello che mi sento di consigliare è di risparmiare il piú possibile nella fase iniziale evitando inutili costi come uffici in centro cittá, arredamenti costosi, e altre cose che non sono fondamentali allo sviluppo del servizio o prodotto che si intende lanciare. L’immagine ha la sua importanza ma in fase iniziale puó passare in secondo piano. Per esempio YITH è nata nel salone di casa mia, in un appartamentino di Acireale, dove un tavolo da cucina comprato da Conforama faceva da scrivania a me e Sara.
Suggerirei anche di seguire diversi percorsi formativi sia in ambito imprenditoriale ma soprattutto in ambito di crescita personale, al miglioramento costante delle nostre attitudini, della nostra mentalità, delle nostre convinzioni, perché sono le cose che più incidono sui risultati che riusciamo ad ottenere, quella che in gergo viene chiamata “intelligenza emotiva”. E per ultimo leggere molto. Se non fosse per i tanti libri letti, non sarei la persona che sono oggi.
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