
da Sicilia Network del 28 ottobre 2019
Questa settimana la storia che Vi raccontiamo è una di quelle che gli anglosassoni non esiterebbero ad etichettare come un’esperienza di full academic entrepreneurship, cioè di imprenditorialità accademica a tutto tondo, dove la start up è abbinata all’attività di ricerca scientifica e di trasferimento tecnologico di un gruppo universitario. Per #startupmystory abbiamo intervistato il professore Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo e docente di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Catania. Fondatore della Lega Italiana Anti Fumo, è un esperto di Politiche di Salute Pubblica per conto di diversi Governi nel mondo: India, Cina, Stati Uniti d’America ed Inghilterra.
– Quali sono i risultati scientifici più importanti del tuo lavoro di ricerca sul fumo?
«Negli ultimi venti anni, insieme al mio team di ricercatori dell’Ateneo catanese, siamo riusciti a scrivere il primo capitolo della storia della riduzione del danno da fumo nel mondo. Il nostro studio ECLAT è stato il primo a dimostrare l’efficacia delle sigarette elettroniche come strumenti utili per smettere di fumare e molto meno dannosi rispetto alle sigarette convenzionali. Nel corso del tempo abbiamo pubblicato centinaia di studi, riuscendo ad ottenere il primato mondiale in questo settore. Una analisi bibliometrica pubblicata sulla rivista “Bmc Public Health” nel 2014, infatti, mi ha citato come il più autorevole scienziato al mondo in questo campo e ha soprattutto dimostrato che l’Ateneo catanese è il secondo ente più produttivo nel campo della ricerca applicata alle sigarette elettroniche. Secondo solo dopo il Food and Drug Administration degli Stati Uniti»
– Hai dato vita anche ad un centro di ricerca all’interno dell’Università di Catania. Con quali finalità?
«Il CoEHAR è stato istituito nel 2018 all’interno del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università degli Studi di Catania. La sua mission è accelerare gli sforzi della ricerca scientifica internazionale per arrivare a ridurre l’impatto dell’abitudine tabagica sulla salute pubblica mondiale. Lo sviluppo e l’innovazione tecnologica, il consolidamento dei centri di ricerca esistenti, la formazione, l’istruzione, l’attività di advocacy e le partnership internazionali sono le attività principali sulle quali si basa l’eccellenza del team CoEHAR composto da 40 accademici afferenti a tutti i Dipartimenti dell’Ateneo che collaborano insieme per avviare progetti di internazionalizzazione che consentono di creare scienza e innovazione»
– Il tuo lavoro di ricerca ha destato l’interesse di grandi imprese e di fondazioni a livello internazionale?
«Si, siamo diventati appetibili per i finanziatori internazionali. Il CoEHAR è l’unico centro multidisciplinare in questo campo che basa la sua attività su innovazione e creatività. Un approccio scientifico creativo e rivoluzionario consente infatti di studiare i meccanismi che regolano la dipendenza tabagica con dirompente determinazione»
– Dalla ricerca alla start up, seguendo un percorso tipico di trasferimento tecnologico universitario. Come si chiama la start up che supporta il CoEHAR?
«Il CoEHAR ingloba il CPCT – Centro per la Prevenzione e la Cura del Tabagismo del Policlinico Vittorio – Emanuele di Catania, la CRO locale (Clinical Research Organization), i laboratori di microbiologia e una rete selezionata di laboratori di biologia cellulare e molecolare. Inoltre, si avvale anche della collaborazione e del sostegno della Lega Italiana Anti Fumo – LIAF e di ECLAT che è appunto lo spin off fondato all’interno dell’Ateneo catanese con l’obiettivo di implementare e promuovere tutti gli output tecnologici provenienti dalla nostra attività di ricerca»
– Lo spin off si chiama ECLAT come il primo studio internazionale sulle sigarette elettroniche ?
«Esattamente. ECLAT, che prende il nome proprio dal primo studio che ha rivoluzionato il settore delle sigarette elettroniche, sta lavorando per la promozione di prodotti medicali standard in grado di rivoluzionare per sempre il settore della smoking cessation offrendo ai fumatori (spesso affetti anche da particolari patologie) strumenti scientificamente certificati e altamente innovativi per la promozione di stili di vita sani»
– Quanto è importante il networking? Anche attraverso il centro di ricerca da te diretto, il CoEHAR, si organizzano spesso eventi, incontri conoscitivi, workshop e summer school con l’intento di connettere mondi anche culturalmente diversi. Quali sono stati i risultati raggiunti in tal senso?
«Stiamo lavorando a diversi progetti di ricerca con la collaborazione di partner internazionali. Questo consente uno scambio continuo di conoscenza e competenza. Già da tempo accogliamo periodicamente delegazioni provenienti da più parti del mondo in visita al CoEHAR per implementare le attività di ricerca e trarre spunti concreti dal nostro modo di lavorare. Di certo, siamo anche più fortunati di altri. Catania e il suo centro storico, l’Etna e il mare ci consentono di lavorare su un palcoscenico prediletto per molti. E poter essere ambasciatori della cultura e delle nostre tradizioni locali ci inorgoglisce più di ogni altra cosa»
– Operate a pieno regime da un anno. Cosa avete fatto ?
«In un solo anno, abbiamo accolto a Catania più di mille esperti provenienti da tutto il mondo tra rappresentanti dei governi, scienziati, ricercatori, imprenditori. Una troupe televisiva americana ha addirittura realizzato all’interno del CoEHAR un importante documentario scientifico sul lavoro dei nostri ricercatori considerati l’eccellenza mondiale in questo campo. Poche settimane fa abbiamo organizzato una summer school che ha accolto in Sicilia più di 15 project manager provenienti da dodici paesi diversi del mondo per una full immersion nel project management della riduzione del danno da fumo. A Settembre presso l’Una Hotel di Catania si è tenuta per la prima volta in Sicilia la riunione plenaria del CEN, il Comitato di Normazione Europea. Questo solo per citare alcune tra le più importanti attività»
– Chi Ti collabora più direttamente in questa attività imprenditoriale? In pratica, chi sono gli altri membri del team di Eclat?
«ECLAT in realtà è il frutto delle idee di uno staff consolidato e specializzato di ricercatori che nel tempo, con determinazione e grandissimo impegno, ha saputo tradurre i risultati scientifici dei team di laboratorio da me diretti in obiettivi tecnologici concreti. Molto più semplicemente ECLAT è la parte creativa di un gruppo di giovani esperti, provenienti da ambiti completamente diversi (quali il project management, la comunicazione e l’IT) che, seguendo da vicino l’attività scientifica, ha saputo trarre un ottimo spunto per idee innovative e produttive. Io credo sia questa la vera mission di un buon sistema universitario: creare percorsi di eccellenza in grado di accogliere e fare esprimere al meglio le competenze dei nostri ricercatori»
Classica domanda che si fa ad uno startupper. Avete concorrenti nel Vostro mercato?
«Diverse aziende del settore delle sigarette elettroniche potrebbero essere considerate concorrenti di ECLAT ma così non è. Per l’obiettivo che si pone, per i servizi resi e per la diversa specializzazione dei suoi componenti interni, ECLAT non ha al momento nessun competitor diretto»
– Ultima domanda. Ma secondo Te Catania è un ecosistema per le start up e le spin off oppure al momento ne ha solo le potenzialità?
«A questa ultima domanda ti rispondo con un complimento diretto. Catania è un contesto accogliente per le start up soprattutto grazie anche al tuo grandissimo impegno. Negli ultimi anni, i risultati raggiunti sono evidenti e tangibili. L’interesse su questi temi è cresciuto grazie anche a molte delle iniziative accademiche che tu stesso hai portato avanti per conto dell’Università di Catania»
– L’intervistatore riceve un complimento dall’intervistato. Si ribaltano i ruoli?
«Lo dico con forte convinzione e senza finti convenevoli. Credo che Catania abbia veramente grandi potenzialità per diventare uno dei migliori ecosistemi per le start up siciliane e non solo»